Il verbo inglese to hack ha diverse eccezioni e non una sola, nel campo medico significa spaccare, in quello della moda significa tagliuzzare o effettuare uno spacco su una gonna o una giacca.
Il verbo o la parola hack viene anche utilizzata in frasi idiomatiche, una potrebbe essere "Non ce la faccio", tradotto suonerebbe in questo modo "I can't hack it", come si può notare non tutto ciò che in inglese ha all'interno la parola hack può definire un qualcosa che riguarda i computer.
L'uso più comune di questo termine al giorno d'oggi è tentativo, oppure effettuare un tentativo. Utilizzato per cui in tutti i campi ed in tutte le materie anche di studio.
Definiamo il termine, però, nel campo informatico che è il campo che interessa quest'articolo.
In informatica questo termine e la sua traduzione ha creato non pochi fraintendimenti fra chi lo usa.
Una delle particolarità è proprio quella traduzione tentativo, ma di cosa?
Diciamo come funziona l'informatica prima di tutto, il primo passo è l'analisi del programma e le competenze che deve svolgere; il secondo passo è l'algoritmo, senza di quello nessun programmatore potrebbe fare nulla perchè se si sbaglia un passaggio logico ti salva solo l'algoritmo, non le formule matematiche nè il codice sorgente, nè il codice in linguaggio; il terzo passo è la traduzione in codice linguaggio; il quarto passo è la messa in macchina ed il controllo che il programma funzioni correttamente (non funzionerà correttamente, non funzionano mai la prima volta a nessuno, garantito), l'ultimo passo è quello di utilizzare il proprio cervello, il listato stampato e l'algoritmo per trovare il buco.
E qui cominciano i famosi tentativi.
C'è da dire, però, che quei i tentativi effettuati dai programmatori per trovare il buco, ripararlo e far funzionare il proprio programma, non sono come molti pensano a caso.
Il programmatore sa perfettamente cosa sta cambiando ed il perchè, sa perchè sta cambiando quel punto e virgola o quella variabile.
Esistono vari tipi di hacker?
Esistono i programmatori, i sistemisti e gli amministratori di rete.
I primi li ho descritti sopra, i secondi quando montano o smontano un pc fanno tentativi per controllare quale sia il guasto e a quale pezzo si riferisca esattamente, gli ultimi fanno tentativi su ciò che riguarda la propria rete e non quella altrui per tappare i propri buchi e non bucare i server degli altri e molto altro visto che l'amministratore di rete ha una competenza diversa rispetto ai primi due.
Ma se questo significa fare hacking ed essere un hacker, tutti gli altri che cosa fanno?
Cercheremo di dare una definizione appropriata a tutti gli altri di seguito.
Purtroppo la moderna programmazione, o forse sarebbe meglio dire le moderne software house e le multinazionali informatiche, non lasciano più che il programmatore faccia tutto da capo, ma il programmatore odierno è quello che deve modificare programmi fatti da altri, quindi si è perso con l'andare del tempo e l'avvento delle tecnologie il vero senso dell'essere programmatore.
Chiunque sappia modificare un programma altrui, ma non sappia leggere o farsi un algoritmo non può essere definito un programmatore, men che meno un hacker, in realtà loro vengono definiti scripter, dall'inglese coloro che fanno script o li sanno modificare.
Da questo termine ne è nato un'altro script kiddiot, già definito in altri articoli pubblicati su questo blog.
Con questa terminologia viene definita la categoria di scripter che utilizzano delle macchinette (es. netbios), ma che di informatica non sanno nulla nè sanno capire che cosa stanno immettendo nella barra di assegnazione delle espressioni, ossia coloro che fanno le cose a caso e modificano a caso fino a che non gli risulta quello che vogliono, ma non hanno capito nulla di quello che fanno. A scuola sarebbero chiamati quelli che imparano a memoria le cose, ma non capiscono cosa fanno.
L'ultima categoria è quella dei lamer, il lamer è tutto il contrario dell'hacker.
Egli sa l'informatica, ma la usa per in male e non in bene, sono quelli che imbrogliano le persone, aggirano server ed entrano nei pc degli altri, manomettono file e sistemi, inviano trojan, malware & company, mentono sempre a tutti, attirano gli altri in siti fasulli per approfittare di loro e della loro buona fede, nonchè del loro pc, cercano di ottenere la loro fiducia per poi insultarli e deriderli, utilizzano dark-net (un hacker non ha nulla da nascondere per cui non ha motivo di utilizzarle), chiedono ad altri di fare illegalità.
Ebbene sì, nessun hacker si sognerebbe mai di fare ciò che fa un lamer o uno script kiddiot, nè di evadere le leggi del proprio paese o di quelle altrui visto che comunque un hacker non fa le stesse cose di uno script kiddiot o un lamer.
Esistono etiche diverse per ogni hacker?
No, le etiche diverse sono solo un'invenzione di chi ben sapendo che le proprie azioni non possono definirsi hacking, ma lamering, cerca di farsi accettare dagli altri come hacker non come ciò che in realtà è: un lamer.
Purtroppo, le varie traduzioni errate e la voglia di alcuni giornalisti di fare scoop, hanno reso una disinformazione tale che in Italia, i lamer vengono chiamati impropriamente hacker, infangando ed insultando così il buon nome di persone che non fanno altro che lavorare sulle proprie macchine, reti e programmare correttamente.
Ciò che mi stupisce è il continuo dilagare fra gli esperti ed i giornalisti di settore di questa terminologia errata ed inconsueta che continua a dare adito a fraintendimenti poco produttivi, lasciando così intendere che chiunque contatti gli amministratori rilasciando bachi o dando suggerimenti sia appartenente a quella feccia che non li chiama e gli buca il server.
Naturalmente c'è sempre chi sputa nel piatto in cui mangia a tutte le ore del giorno e si dimentica che se non fosse per alcuni hacker i loro programmi o i loro siti non funzionerebbero nemmeno.
Esiste una sottile linea tra l'hacking ed il lamering, molto sottile e se l'hacker passerà anche solo una volta quella linea diventerà un lamer e difficile, se non quasi impossibile, ritornare oltre quella linea superata.
Come nel gioco di ruolo, è molto più difficile ruolare un personaggio buono perchè basta pochissimo per passare ad un allineamento cattivo, nello stesso modo degli hacker e dei lamer.
E' bello definirsi hacker e smanettoni, il difficile è esserlo realmente, coscientemente, costantemente.
heba
pubblicato il 21/04/2008