Si può essere un bullo a 5 anni come a 40. Certo, le denominazioni cambiano a seconda dell'età ma l'atto di prepotenza resta sempre tale anche se si manifestano con metodologie differenti.
A 5 anni si manifesta con l'antipatia verso un altro bambino e conseguenti giochi violenti ripetuti giornalmente atti a isolare socialmente il compagno preso di mira. Solitamente a quell'età i bambini non sono soli, non lo sono a scuola e non lo sono quando vanno al parchetto, il genitore o la maestra se vede un comportamento sbagliato generalmente interviene sgridando il bambino e talvolta mettendolo in castigo.
Il rimprovero sul momento del fatto o l'eventuale castigo viene vissuto dal bambino come un isolamento, ma sa perfettamente che il genitore o la maestra o lo stesso compagno non smetterà di volergli bene. E' un atteggiamento specifico che isola il comportamento e non isola il bambino socialmente.
Alle scuole elementari il bullismo diventa più selettivo, i bambini cominciano a notare differenze comportamentali, fisiche o psicologiche nei loro amici e compagni a seconda della loro educazione familiare e della micro-società in cui vivono. Quindi, i bambini possono scartare dai giochi i propri compagni perché con il colore di pelle differente o per una religione diversa o semplicemente perché hanno scelto uno sport diverso dal loro, o per altre ragioni.
A questo punto è sempre l'adulto che interviene con un isolamento comportamentale, l'adulto sgrida il bambino per il suo comportamento, lo mette in castigo, spiega a tutti cosa è successo e perché è sbagliato, spiega perché non si deve fare e istruisce le vittime su cosa fare. Avvisare sempre un adulto.
Questo, però deve essere accompagnato da uno stesso atteggiamento costruttivo sia da parte della scuola sia da parte dei genitori e devono essere motivate tutte le parti in causa, sia le vittime sia i bulli.
E' importante che gli adulti insegnino ai bambini che ognuno di noi è diverso per comportamento psicologico e fisico, per attitudini, per fisicità e che anche loro (i bulli) sono diversi dagli altri. Se il bullo vede una diversità in un suo compagno o amico, anche il suo amico vede una diversità in lui.
L'atteggiamento di prepotenza del bullo non farà sparire la sua diversità ma la renderà semplicemente più evidente.
Se un lavoro di questo tipo non viene fatto con i bambini si ha un'alta probabilità che il problema si ripresenti da ragazzo e poi da adulto. L'unica differenza è che gli atteggiamenti si induriscano e che la rabbia, il razzismo, la prepotenza che avevano da bambini sfoci in ambiti diversi, che sia per lo sguardo sorridente ad un ragazzo/a, o perché lo si ritiene più bravo a scuola (il secchione di turno) poco importa se ha meriti o meno.
L'adolescente però si vede in aggregazione cercando un gruppo con cui condividere i suoi stessi interessi, o forse sarebbe meglio dire che cercano un gruppo in cui si sentono accettati per ciò che sono realmente e non per ciò che gli altri vogliono che siano.
E' naturale che non tutti i gruppi che si creano siano di sani principi, alcuni potrebbero non esserlo.
L'adolescente è comunque condizionabile e solitamente viene più condizionato dal gruppo da ciò che vede in televisione o su internet che dalla sua famiglia. In pratica la situazione si è ribaltata, mentre da bambini contano più gli insegnamenti dei genitori e della scuola, da adolescenti contano di più i propri amici. L'adolescente cerca di staccarsi dalla sua famiglia per poter assumere una propria identità da adulto personale; non sempre però le strade che sceglie sono giuste.
A questo punto però se esplode il bullismo l'adulto deve intervenire con un isolamento comportamentale immediato, in modo da bloccare il ragazzo e fargli rendere conto che sta sbagliando, per poi riprenderlo psicologicamente talvolta seguito con psicoterapia in modo che sappia accettare se stesso e successivamente gli altri.
Che cosa fare esattamente?
Da parte dei suoi amici e compagni di scuola:
1) appena si vede l'accaduto (per es. un bullo picchia o maltratta qualcuno), prenderne le distanze e chiamare le autorità preposte (polizia se in città, carabinieri se in periferia).
2) Ditegli di smetterla e che il comportamento è inadeguato (ricordo, il comportamento non la persona, è sbagliato dire “sei inadeguato” è necessario dire “il tuo comportamento è inadeguato”)
3) chiamate un adulto e parlatene sempre con un adulto di cui vi fidate e che vi può aiutare, un professore o un genitore per esempio.
4) non fate finta di nulla, non incitate alla violenza, non prendete le parti dei bulli, non abbiate paura mai.
5) Non isolate realmente e socialmente, mai, i vostri amici o compagni vittime di violenza o bullismo, stategli vicino, non abbiate paura di subire anche voi, parlatene con un adulto.
Da parte degli adulti (professori, genitori):
1) non fate finta di nulla, non minimizzate gli accaduti, non giustificateli, siete voi gli adulti.
2) Utilizzate l'isolamento comportamentale, fermate il bullo e sgridatelo sul momento per il “comportamento inadeguato”.
3) Se ne venite a conoscenza successivamente, la sgridata non serve più e nemmeno l'isolamento comportamentale. Una sana chiaccherata su ciò che è giusto o sbagliato se serve molto. In classe è utile parlarne di tanto in tanto anche solo per sondare se qualcuno ha avuto problematiche con i bulli, talvolta i temi lasciano più ampio spazio alle loro sensazioni.
4) Avvisate i genitori (se siete insegnanti) dei ragazzi e suggerite una terapia.
5) se siete i genitori, parlatene prima con i genitori del bullo o se non è possibile andate da polizia o carabinieri a seconda di dove abitate.
6) non criminalizzate il bullo, ha dei disagi sociali che devono essere recuperati da esperti.
Queste tecniche sono state utilizzate in alcune comunità di internet, molti dei ragazzi con cui ho avuto modo di parlare erano riusciti a comprendere lo sbaglio senza esserne traumatizzati.
Nella realtà però c'è bisogno di più impegno che su internet da parte di tutti gli interessati, sia i bulli sia i genitori e gli insegnanti, dipende dalla società in cui vivono.
Per ultimo, però, c'è il bullismo più pericoloso. Il bullismo degli adulti, loro sono più furbi, più colti, più cattivi di un adolescente ed utilizzano tutte le tecniche per riuscire nella loro impresa.
Bullismo per un adulto può rappresentare anche ciò che oggi si chiama mobbing (forse la tipologia di bullismo più comune al giorno d'oggi).
Mentre per i bambini e gli adolescenti vi è qualche possibilità di recuperarli insieme agli adulti, per gli adulti bulli vi sono poche possibilità di recupero, per gli adulti vi sono le leggi, ma anche quelle molte volte fallano. E' comunque possibile tentare l'utilizzo di un isolamento comportamentale, sempre comunque utile, non necessariamente però funziona, ma un tentativo non nuoce, se l'isolamento comportamentale non funziona ci si deve rivolgere alla polizia o carabinieri.
Rashna