Per poter capire una situazione di questo tipo, dovreste pensare a parole semplici del tipo “voglio un gelato” ma non dirla, non dirla in ufficio, non dirla ai tuoi cari, non dirla a nessuno, e quando entri al supermercato non comprarlo, quando vedi una gelateria non entrarci e passare oltre. Oppure, pensate di voler leggere per esempio Darwin, ma non potete acquistarlo e nemmeno andare in biblioteca perché verreste segnalati subito alle autorità e voi e la vostra famiglia subireste interrogatori su interrogatori dove si sono gentilmente dimenticati al convenzione di Ginevra.
La maggior parte delle costituzioni europee ha inserito all’interno il diritto costituzionale di poter pensare e liberamente esprimere il proprio pensiero ed è giusto che esista questo diritto.
Ma è veramente necessario che tutti i miei pensieri finiscano pubblicati su un libro, detti alle persone, dette sui giornali o in conferenza stampa, su internet o in qualunque posto?
Qualcuno di voi ha mai provato a scrivere i propri pensieri? No, non intendo scrivere un pensiero sensato con gli articoli, i verbi, i soggetti e tutto nell’ordine giusto. Intendo letteralmente.
Faremo una prova qui ora, scriverò i pensieri che mi passano per la testa nei prossimi minuti, saranno in corsivo, il tutto senza mentire.
Sto pensando a cosa scriverò anche dopo questo piccolo esperimento.
Ho pensato ad ogni singola parola e a come si scriveva.
Nel frattempo fuori c’è un taglia erba che è in funzione e il mio cervello si è chiesto chi sia, no non mi sono alzata a controllare.
Una pubblicità passa alla tv che non sto guardando e sto pensando che è una pubblicità stupida che solo un allocco può credere. Qui mi è venuta in mente mia figlia che dice alla bellezza di 12 anni che le pubblicità mentono tutte, ma si fa uno strappo alla regola del non comprare dalle pubblicità stupide se ti piace il prodotto.
Non ho pensato nulla, vuoto assoluto per qualche secondo.
Ho pensato ai miei neuroni e alle sinapsi che interagivano fra loro.
Ho pensato che la caramella che sto mangiando è po’ dura e che dovrei smettere di mangiare, perché ho superato la metà del pacchetto, ma tanto ne ho già ingoiato un’altra.
Ho pensato che mi sto stancando a scrivere cosa sto pensando, ma i minuti non sono ancora finiti.
Ho ripensato ad un bel film che ho visto, ma è durato un nanosecondo.
Non sto pensando a nulla, cerco di recuperare le forze per poter scrivere ancora.
Sto ridacchiando perché mi sento un’imbecille (grazie per avermi fatto fare questo esperimento!).
Se pensate di stare meglio di me, beh...insomma, io non ci giurerei, però potete provarci. Sarebbe utile alla scienza, 3 minuti tanto è durato il mio esperimento, per ognuno, poi raggruppiamo i dati e li facciamo pubblicare. Il risultato dovrebbe essere, se fosse vero ciò che sto per dire in questo articolo, che in realtà nessuno di noi scrive o parla secondo i suoi veri pensieri. Sto dicendo che siamo tutti ipocriti?
No! Sto dicendo che ognuno di noi rielabora i propri pensieri per poter comunicarli in modo che gli altri li comprendano.
Quindi riprendiamo la domanda, è realmente necessario dire proprio tutto quello che ci passa per la testa?
No, semplicemente perché altrimenti risultereste dei malati di mente, insomma pensiamo ad una persona che pensa di essere Dio. Quello vero ora guardatelo nella vostra mente mentre è in strada e si dichiara in una conversazione e vi dice: “Ciao, io sono Dio! Da dove vieni tu e come ti chiami?”
E non ci sarebbe niente di strano, perché lui pensa veramente di essere Dio, quello vero, quello che tutto vede, tutto può. Quindi che problema c’è!? Sta solo utilizzando un suo diritto costituzionale.
Ah! State dicendo che non è possibile? Che uno così è un malato di mente e che deve stare in un manicomio?
Probabilmente, avrete già chiamato la polizia e un’ambulanza.
Quindi, per lui va bene chiamare un ambulanza e dire che è malato di mente. C’è un limite allora a ciò che si può pensare e dire? O è lecito pensare e dire tutto ciò che ci passa per la testa solo perché è scritto in costituzione?
Rashna