Vi sono alcune differenze tra le raccomandazioni e le referenze, ma in molti confondono le une con le altre visto le rassomiglianze.
Cominciamo a spiegare le referenze; esse solitamente, vengono richieste dai datori di lavoro privati, mai pubblici, per comprovare le qualifiche decantate nel curriculum vitae e solo nel curriculum vitae. Praticamente danno del bugiardo al probabile futuro dipendente, ecco perché nel 2013 sono ormai scomparse.
Per esempio, si aggiunge al curriculum vitae l'ultimo numero di telefono ed il nome (solitamente del diretto superiore) di una persona referente il quale potrà comprovare che effettivamente si è lavorato in quell'ufficio con quelle determinate mansioni e stop. Nient'altro.
Già nient'altro! La referenza è tutto qui, una persona che conferma che hai lavorato in quell'ufficio con le mansioni descritte sopra; il referente non scrive e-mail o lettere per dire quanto sei bravo a lavorare né quanto sei esperto, non dice a voce per telefono o di persona che sei esperto o di assumerti perché migliore o più bravo di altri.
Altrimenti detto, domanda “Buongiorno, sono il sig. X della società Y la sto chiamando perché il sig. Z della Vs. società si è presentato per un colloquio di lavoro presso di noi per questa mansione...”
Ah! mi fermo un attimo, è naturale che il referente sappia che lo avete messo come tale, ossia che gli/le abbiate chiesto il permesso, non dovrei dirvelo è solo questione di buona educazione...
Riprendiamo. Il referente a questo punto risponde “Ah sì! La/lo conosco, sì ha lavorato qui (lavora qui) e sì ha lavorato per tali mansioni”. Fine. Il candidato potrebbe anche essere un cattivo lavoratore, ma questo non è previsto dirlo con le referenze. Poi siate sinceri, se uno che è un cattivo lavoratore il datore di lavoro odierno che non vede l'ora di buttarlo fuori, vi direbbe mai “è un cattivo lavoratore” così voi non lo assumerete e rimarrà nella sua azienda? Ecco un altro motivo della scomparsa delle referenze.
Dire quanto una tal persona è bravo nel lavoro a qualcun altro per il fine ultimo dell'assunzione è una raccomandazione.
La raccomandazione è subdola e infida; prima di tutto perché non è facile capire quando si è davanti ad una vera raccomandazione e quando no.
Innanzi tutto, solitamente il raccomandato sa di esserlo e sa chi è che lo raccomanda per quel posto di lavoro e questo è un punto focale.
Il secondo punto per scovare i raccomandati è quello che mentre tutti gli altri fanno gli esami o il colloquio di lavoro lui/lei no.
Il raccomandato deve essere elogiato su quanto è bravo nel proprio lavoro da qualcuno che solitamente non è imparentato con lui e sia di alto lignaggio. Magari il direttore amministrativo della stessa società, per esempio.
Le raccomandazioni sono solo scritte, con qualunque mezzo, è una condizione necessaria. Esistono anche le raccomandazioni orali, ma sono quelle fatte di presenza allo stesso raccomandato. Di questo tipo: “Ti raccomando questo ragazzo/a ...”.
La raccomandazione è la tomba della meritocrazia, questo perché solo chi conosce persone che gli possono permettere di ottenere buoni posti di lavoro trovano il “buon” posto lasciando così fuori automaticamente chi non conosce nessuno. E se chi non conosce nessuno fosse più bravo del raccomandato?
La pratica del networking è in sostanza una raccomandazione camuffata, visto che il lavoro si ottiene solo tramite conoscenze e non tramite colloquio.
Un'altra raccomandazione camuffata è quando alla referenza si aggiunge la domanda “ Ma è bravo a lavorare, è un buon lavoratore?”.
E i suggerimenti? Sono raccomandazioni?
Mettiamo caso che vi siano due professionisti i quali si incontrano in qualunque modo (anche via internet perché no) ed uno dei due esprima il desiderio di assumere nuove persone, ma magari dopo diversi colloqui non ha ancora trovato la persona giusta, il secondo professionista suggerisce un nome.
Diventerà raccomandazione nel qual caso l'assunzione è automatica; ma, se invece, il primo professionista contatta il nominativo suggerito richiedendo un colloquio e fissando un appuntamento e solo dopo un colloquio positivo vi sarà l'assunzione: in questo caso non vi è raccomandazione.
E' naturale, visto quest'ultimo caso anomalo, che chi si appresta a contattare il nominativo suggerito si accerti che la persona che si deve presentare al colloquio ricevi il messaggio; per es., la posta regolare (non sempre funziona adeguatamente), le e-mail a volte non vengono recapitate nel periodo corretto per problemi (sembra strano, ma talvolta sembra che l'host si mangi le e-mail), solitamente per telefono è la via più sicura. Se non volete contattare o assumere la persona suggerita meglio che lo diciate subito al vostro interlocutore.
Solitamente la raccomandazione fa pensare a persone poco qualificate e con poco merito (mediamente è così) e la referenza invece che siano dei bugiardi patentati, in entrambi i casi non è educato né portarne né chiederne, non solo non è educato, ma si corre il rischio che le persone raccomandate siano invise ed odiate a proposito o meno dagli altri colleghi di lavoro.
E voi siete raccomandati o referenziati? O siete solo meritevoli?
Rashna