Tre anni fa ho cominciato a scrivere su questo blog pensando di mantenerlo privato e comunque staccato da un altro blog che avevo ed in cui scrivevo solo la parte informatica in inglese, la modalità con cui tenevo il blog informatico era professionale come l'ho sempre mantenuta su questo.
Per cui scelsi un titolo che presupponevo potesse rappresentare il tipo di scrittura, Word in the wind, parola nel vento, perchè appunto gettavo nel vento di internet alcune parole, articoli o poesie o racconti, o altro, ognuno di esse rappresentava una parola, ogni post di questo blog è l'equivalente di una parola buttata nel vento e che il vento le porti dove voleva al cospetto di chi ha voglia di leggere ed ascoltare.
Purtroppo o per fortuna, dopo un paio di mesi ho dovuto riunire i due blog in uno solo, non riuscivo a stare dietro ad entrambi i blog per motivazioni personali di tempo, ma ho voluto mantenere il titolo originale, ho eliminato la parte inglese che mi impegnava troppo e risultava imperfetta perchè appunto fatta di fretta e malamente, quindi se devo fare un lavoro fatto male, meglio non farlo.
Riuniti i due blog ho deciso di mantenere la linea più restrittiva e più corrispondente al codice deontologico giornalistico, naturalmente non sono una giornalista né mi spaccio per tale, ma ho sempre preferito utilizzare una linea guida che desse un certo tenore a tutto il blog.
Entrambe le parti sono state sviluppate costantemente, sia quella informatica sia quella non informatica, escluso nell'ultimo anno a cui ho dato più spazio alla parte informatica, forse cercando di renderla più univoca sotto la versione informatica e non quella non informatica, effettivamente era parecchio che volevo scindere definitivamente le due riviste o i due blog se volete, però mi sono accorta che non mi è possibile scindere la rivista, non sarebbe più la stessa.
Effettivamente, anche la parte informatica si è adeguata a quel word in the wind della parte non informatica, ogni post è lasciato andare nel vento di internet libero come libero il mio pensiero è nato, mai mi si potrà impedire di pensare, mi possono impedire di parlare, possono impedirmi di accedere ai loro siti, ma non potranno mai impedirmi di pensare e di continuare a scrivere e pensare le stesse cose che ho comunque detto pubblicamente o privatamente ad alcune persone.
Word in the wind, parole lasciate trapelare in un sussurro perchè i pensieri sono sussurri dell'anima e per parafrasare qualcuno: non essendo una VIP (Very Important Person) e nemmeno sono una VIIP (Very Important Internet Person), non avendo con tali miei pensieri cambiato il mondo, non avendo nemmeno risolto la fame nel mondo, posso ritenere questo blog una delle inutilità di internet, tanto quanto la persona che ha scritto questi inutili pensieri alle risoluzioni delle guerre nel mondo, per cui questa rivista perchè trattata come tale dalla sottoscritta e tale rimarrà anche se non sono ufficialmente una giornalista professionista né verrà per il momento registrata ufficialmente presso gli uffici del copyright americani (in futuro non si sa) rimarrà in doppia versione sia informatica sia non informatica e rimarrà con il titolo originale questo per ricordarmi sempre il perchè posso continuare a scrivere e se non si sentirà più parlare di una parte del mondo (un qualunque spicchio piccolo e inutile del mondo), sarà solo perchè mi si sarà impedito di poter accedere, comunicare e utilizzare i diritti fondamentali dell'uomo denominati e sottoscritti da tutti gli stati del mondo (pure dalla Cina che per taluni miei concittadini è patria di non diritto a prescindere, ma si badano bene dal guardare i diritti che loro stessi violano) o perchè sarò morta per cui non potrò per causa di forza maggiore scrivere più nulla, ricordandosi comunque sempre che sono da sola a gestire tutto e per tale ragione essendo un essere umano potrei non riuscire a fare in tempo a scrivere gli articoli nelle giornate dedicate e da qui appunto l'aperiodicità della rivista.
heba/rashna
pubblicato il 01/05/2009